domenica 9 novembre 2008

Uno dei simboli di Firenze - Il Marzocco

Per la serie "a giro con l'Elaiza guida" oggi vi voglio parlare di uno dei tanti simboli che contraddistinguono la mia cara città, ossia il Marzocco, il leone araldico accovacciato che tiene fiero tra gli artigli il nostro stemma, il giglio rosso in campo bianco. Anche del giglio c'è tutta una storia che ancora si litiga su quale sia la vera versione, ma una cosa per volta miei signori, ora si ragiona di leoni.

Marzocco deriva da Martocus, piccolo Marte, e la sua scultura la si utilizzò per la prima volta per sostituire la statua del Dio Marte che già dai tempi dei romani era presente al centro del Ponte Vecchio (ebbene si, il Ponte Vecchio c'era già ai tempi dei romani... non questo ovvio, ma un suo antenato in legno) e che fu spazzata via da una violenta alluvione. Questa prima statua aveva in testa una corona dorata e smaltata in bianco e rosso, i nostri colori, e sulla fascia vi si poteva leggere questa incisione

Corona porto per la Patria degna
Acciocchè libertà ciascun mantegna

A noi fiorentini la libertà la c'è sempre garbata di molto...

I leoni decoravano tutta la città, ce n'è un monte ovunque, e qualsiasi turista non può non notarli. Una statua del grande Donatello era di fronte a Palazzo Vecchio, oggi conservato al Bargello e sostituito da copia, uno d'oro e rampante dal 1453 ornava l'asticella in cima alla torre d'Arnolfo, e viene tuttora usato come metodo spicciolo per prevedere il meteo

Quando il leone piscia in arno l'è acqua

Ovvero quando tira da nord e va a piovere!

Ma a Firenze si osa di più: simbolo di forza, potere e prestigio della Repubblica, si tenevano leoni vivi in un serraglio dietro Palazzo Vecchio, dove oggi sorge infatti Via dei Leoni. Vennero poi spostati in Piazza San Marco, nell'attuale rettorato dell'Università di Firenze, e lì rimasero fino a che Pietro Leopoldo di Lorena nel 1777 pose fine all'antica usanza di mantenere leoni in cattività.
Statue di leoni venivano erette in ogni città cadute sotto il nostro dominio.

Le fonti ci parlano di un'usanza alquanto bizzarra e divertente: si prendevano beffa dei loro nemici sconfitti e fatti prigionieri, i quali erano obbligati a passare in fila dietro la statua del Marzocco e in atto di plateale sottomissione baciarlo come si suol dire sotto la coda. Addirittura dopo la vittoria di Cascina del 1364 in cui i Fiorentini gliel'hanno cantata ben benino ai Pisani, quest'ultimi furono costretti a questo rituale, ma con un leoncino vivo! Cucciolo, ma vivo e vegeto!

Son sicura che la prossima volta che passeggerete per la città, vedrete i tanti leoni da... un altro punto di vista...!
Bona cicci, al prossimo tour!


Se vi è piaciuto questo tour, leggete anche San Miniato

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo che ti dai parecchio da fare! Ben per te e soprattutto per tutti quelli come me avidi di storie sulla nostra Firenze.
Brava cugina, attendo la prossima!

Anonimo ha detto...

Bellissimo! Grazie!

Liberino

Anonimo ha detto...

Ahahah che spettacolo! I pisani (o pisesi, come li chiamo io) che praticamente ci baciano il c..o!! La mi bisnonna il proverbio del leone lo diceva così: "Quando il leone piscia in Arno, o piove o fa altro danno".
Mi raccomando deliziaci ancora con queste curiosità e aneddotti sulla nostra Firenze perchè mi fogano troppo e mi rendono sempre più orgogliosa di Lei!

Giulia (quella che ti chiese perchè l'anfiteatro alle Cascine era tanto ganzo..!)

Elisa ha detto...

ah, non sapete quanto mi fa piacere che apprezzate questi post :)
io piano piano faccio le foto quando vado a giro, e via via che studio poi vi rendo partecipi.
venerdi c'era il compito sugli etruschi di archeologia, non è andato un granchè bene perchè era un compito fatto a merda apposta per farci sbagliare, peccato perchè gli etruschi mi stanno anche parecchio simpatici.
vabbè vediamo, il voto ce l'ho venerdi prox.

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